C’è una nuova ricerca effettuata dalla Johns Hopkins, una prestigiosa università americana che si occupa di ricerca in campo medico, ha evidenziato come i primi sintomi in media si presentino in un paziente contagiato dopo circa 5 giorni.
Si manifestano davvero in 5 giorni i sintomi?
Ci sono dati discordanti in materia, perché per alcuni casi (pochissimi statisticamente parlando) i sintomi del coronavirus si sono presentati anche due soli giorni dopo dal contagio mentre, per la maggioranza dei pazienti, i primi sintomi si sono presentati dopo ben 11 giorni dal contagio.
Per questo motivo, comunque, i 5 giorni di media presentati dalla Johns Hopkins sembrano essere corretti, ma sempre a livello statistico. Un messaggio importante, se pensate di essere stati esposti al COVID-19 non pensate di essere al sicuro dopo soli 5 giorni o una settimana, il periodo di riferimento per la quarantena è ancora di almeno 14 giorni.
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Se i sintomi appaiono dopo 5 giorni perché la quarantena è di 14 giorni?
Una volta terminata l’incubazione i primi sintomi si mostrano, ma non per tutti l’iter è lo stesso. La quarantena è stata individuata in 14 giorni proprio perché nella maggior parte dei casi il paziente mostra i sintomi tra i primi 5 ed entro 11 giorni.
Più nel dettaglio possiamo dire che gli scienziati americani hanno studiato una serie di casi cinesi nel periodo di febbraio, stabilendo che il 97.5% delle persone che sviluppano sintomi di infezione da SARS-CoV-2 mostrerà questi sintomi entro 11,5 giorni dall’esposizione.
Sono veramente pochi i casi registrati di persone che hanno avuto evidenza di sintomi dopo gli undici giorni. Sono proprio necessarie queste due settimane per rendersi conto di un possibile contagio e per evitare lo sviluppo di altri focolai come quelli italiani del nord italia.
Quali sono i primi sintomi mostrati dal 97% dei pazienti?
Gli scienziati hanno appunto studiato diversi casi cinesi che e, come dicevamo, il 97% del campione ha iniziato ad avere i sintomi entro undici giorni, sintomi quali:
- tosse
- febbre
Per Justin Lessler, professore di epidemiologia della Johns Hopkins, si raccomanda un periodo di 14 giorni per il monitoraggio attivo o per la quarantena. Infatti, anche ipotizzando che alcuni casi potrebbero andare altro, nella maggior parte dei casi il virus sarà stanato e si eviteranno tanti altri contagi.
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